Ol Chiki

Storia dell'alfabeto

Media età del bronzo XIX secolo a.C.

  • Ugaritico XV secolo a.C.
  • Proto-cananeo XV secolo a.C.
    • Fenicio XIV–XI secolo a.C.
    • Paleo-ebraico X secolo a.C.
      • Samaritano VI secolo a.C.
    • Aramaico VIII secolo a.C.
      • Brāhmī VI secolo a.C.
        • Devanāgarī VIII secolo d.C.
        • Tibetano VII secolo d.C.
        • Khmer/giavanese IX secolo d.C.
      • Ebraico III secolo a.C.
      • Siriaco II secolo a.C.
        • Arabo IV secolo d.C.
      • Pahlavi III secolo a.C.
        • Avestico IV secolo d.C.
      • Kharoshthi III secolo a.C.
      • Palmireno I secolo a.C.
    • Greco IX secolo a.C.
    • Paleoispanico VII secolo a.C.
  • Sudarabico IX secolo a.C.
Meroitico III secolo a.C.
Ogamico IV secolo d.C.
Scrittura mongola 1204 d.C.
Hangŭl 1443 d.C.
Sillabico canadese 1840 d.C.
Deseret 1850 d.C.
Zhuyin 1913 d.C.
Ol Chiki 1925 d.C.
Mandombe 1978 d.C.

L'Ol Chiki (ᱚᱞ ᱪᱤᱠᱤ), anche conosciuto come Ol Chemetʼ (ᱚᱞ ᱪᱮᱢᱮᱫ, dove ol significa scrivendo e chemet sta per imparando) e qualche volta denominato alfabeto Santali, è il sistema di scrittura ufficiale utilizzato per la trascrizione della lingua santali, una lingua dell'India ufficialmente riconosciuta a livello regionale nel Jharkhand e nel Bengala Occidentale. Contiene un totale di 30 lettere, il cui design era inteso a evocare forme naturali; ha due stili (Chapa per la stampa e l'Usaraà corsivo, distinzione ignorata dall'Unicode) ed è scritto da sinistra a destra. Ambedue gli stili sono unicamerali, ovvero non hanno set separati di caratteri maiuscoli e minuscoli.

Storia

Raghunath Murmu, creatore dell'alfabeto Ol Chiki

Fino al 1925, la lingua santali non aveva una forma scritta e le conoscenze venivano tramandate oralmente e, quando veniva scritta, prendeva in prestito gli alfabeti Devanagari, alfabeto latino, Kalinga o Bangla. Il problema principale dell'utilizzo di questi alfabeti è che il satali non è una lingua indoaria, di conseguenza non avevano le lettere per tutti quanti i fonemi santali, specialmente per quanto concerne le vocali e le consonanti occlusive. Ciò rendeva difficile e poco conveniente l'utilizzo di questi alfabeti. Poi, il poeta Raghunath Murmu, notando questa imperfezione, decise di creare l'alfabeto che mostrò per la prima volta nel 1939 all'esibizione dell'ex stato di Mayurbhanj[1]. La creazione dell'alfabeto aiutò il popolo santali a rafforzare la propria identità e unicità culturale. L'Ol Chiki è un alfabeto vero e proprio con consonanti e vocali separate, ciò lo rende differente dalla maggior parte delle scritture indiche che sono invece in forma alfasillabario.

Un esempio lo si è visto quando il linguista e missionario norvegese Paul Olaf Bodding studiò la lingua santali e utilizzò l'alfabeto latino. Realizzò che nonostante le scritture indiche avessero dei vantaggi rispetto all'alfabeto latino, non potevano in ogni caso funzionare adeguatamente per la pronuncia del santali (glottidalizzazione, la nasalizzazione e glottidalizzazione combinata e i controlli occlusivi). L'unico modo che l'alfabeto latino ha per rappresentare il santali, è tramite l'utilizzo di diacritici.[2]

La fonologia della lingua è stata analizzata da vari autori, incluso il ricercatore bengalese Byomkes Chakrabarti nel suo lavoro Studio Comparativo del Santali e Bengali e da Baghrai Charan Hembram su Un Occhiata alla Grammatica Santali. Tuttavia l'alfabeto è considerato per molte persone santali come più appropriato per la lingua perché le forme delle sue lettere derivano dai suoni delle parole comuni e dei frequenti morfemi santali. Per esempio, la lettera santali "ol" (che rappresenta il suono /l/) è scritto con una forma che deriva originalmente dal disegno di una mano che tiene la penna, perché il nome di questa lettera è anche la parola santali per "scrivere".

Stili Chhapa e Usaraà

L'immagine rappresenta i due diversi stili dell'Ol Chiki, il Chhapa e Usaraà. Il Chhapa è mostrato sopra a quelli Usaraà.

L'Ol Chiki ha due stili di scrittura che sono stati spiegati dal Pandit Raghunath Murmu nel libro Ol Chemed.[3]

  • Il chhapa (parola santali per "stampa") viene utilizzato principalmente come font digitale, per la stampa dei libri e dei giornali.
  • L'usaraà (parola santali per "veloce") viene utilizzato per la scrittura quotidiana ed è limitato a carta e penna. Ci sono comunque caratteri digitali in usaraà. Oltre alla forma, la differenza è anche quella dell'utilizzo del diacritico ahad, usato nelle versioni usaraà dei caratteri , , , e , tutti formano legature con in corsivo. Inoltre, il corsivo usaraà usa raramente diverse forme di lettere, che si formano combinando la lettera e le quattro semiconsonanti , , e con ahad; queste sono invece generalmente scritte in una forma più breve, come .

Tentativo di creazione dell'Ol Chiki minuscolo

Sebbene l'Ol Chiki sia un alfabeto unicamerale e non esista distinzione tra maiuscolo e minuscolo, il designer, produttore cinematografico e tipografo santali noto come Sudip Iglesias Murmu ha comunque tentato dal 2017 di creare un set di caratteri in minuscolo ma l'idea deve ancora essere ufficialmente approvata.[4]

Lettere

Queste sono le lettere dell'alfabeto Ol Chiki.

Lettera Nome AFI[5] Traslitterazione Forma[6]
ALA-LC[7] Zide[5] Devanagari[8] Bengali[8] Odia
la ɔ a Fuoco
at t t t ତ୍ La Terra
ag k’, g g k’ ଗ୍ Bocca che vomita, che produce lo stesso suono del nome della lettera
ang ŋ Aria che soffia
al l l l ଲ୍ Scrittura
laa a ā a Lavorare nel campo con una vanga
aak k k k କ୍ Uccello (nello specifico un cigno)
aaj c’, ɟ j c’ ଜ୍ Persona che punta verso una terza persona con la mano destra (dicendo “lui"/"lei")
aam m m m ମ୍ Persona che punta verso una terza persona con la mano destra (dicendo “tu")
aaw w, v w w ওয় ୱ୍ Labbra aperte
li i i i Albero piegato
is s s s ସ୍ Aratro
ih ʔ, h h ହ୍ Mani in su
iny ɲ ñ ñ ଞ୍ Persona che punta se stesso/a con la mano sinistra
ir r r r ର୍ Falce usata per tagliare o per mietere
lu u u u Recipiente utilizzato per preparare il cibo
uch c c c ଚ୍ Cima di una montagna che è di solito alta
ud t’, d d t’ ଦ୍ Fungo
unn ɳ ଣ୍ Immagine di un ape volante
uy j y y য় ୟ୍ a man bending towards the ground to cut something
le e e e overflowing rivers changing course
ep p p p ପ୍ person receiving with both hands
edd ଡ୍ Un uomo chinato verso terra per tagliare qualcosa
en n n n ନ୍ Trebbiare il grano con due gambe
err ɽ ड़ ড় ଡ଼୍ Un percorso che svolta per evitare un ostacolo o un pericolo
lo o o o Una bocca che suona la lettera
ott ʈ ଟ୍ Gobba di cammello
ob p’, b b p’ ବ୍ Capelli ricci
ov ଙ୍ Nasalizzazione
oh ʰ h (C)h ହ୍ Un uomo che lancia qualcosa con una mano

Le consonanti aspirate vengono scritte come digrafi con le lettere :[8][9] ᱛᱷ /tʰ/, ᱜᱷ /gʱ/, ᱠᱷ /kʰ/, ᱡᱷ /jʱ/, ᱪᱷ /cʰ/, ᱫᱷ /dʱ/, ᱯᱷ /pʰ/, ᱰᱷ /ɖʱ/, ᱲᱷ /ɽʱ/, ᱴᱷ /ʈʰ/ e ᱵᱷ /bʱ/.

Segni modificatori

L'Ol Chiki utilizza diversi segni piazzati dopo la lettera per modificarne il suono (non ci sono caratteri combinabili):

Segno Nome Descrizione
găhlă ṭuḍăg Questo punto che viene scritto in basso, è usato per estendere le lettere con 3 vocali per lo specifico dialetto Parganas della lingua Santali:[9] ᱚᱹ ŏ /ɔ/, ᱟᱹ ă /ə/, and ᱮᱹ ĕ /ɛ/. La differenza fonetica tra e ᱚᱹ può essere soltanto marginale, in quanto la distinzione tra i due non è chiaramente definita. L'utilizzo di ᱚᱹ risulta raro. La romanizzazione ALA-LC traslittera ᱟᱹ come "ạ̄".[7]
mũ ṭuḍăg Questo punto che viene scritto in alto indica la nasalizzazione della vocale preceduta: ᱚᱸ /ɔ̃/, ᱟᱸ /ã/, ᱤᱸ /ĩ/, ᱩᱸ /ũ/, ᱮᱸ /ẽ/ e ᱳᱸ /õ/. La romanizzazione ALA-LC utilizza "m̐" dopo la vocale nasalizzata.[7]
mũ găhlă ṭuḍăg Questo simbolo che assomiglia ai due punti è una combinazione del mũ ṭuḍăg e del găhlă ṭuḍăg, infatti indica una vocale allungata nasalizzata: ᱚᱺ /ɔ̃/, ᱟᱺ /ə̃/, and ᱮᱺ /ɛ̃/.
relā Questo simbolo assomigliante a una tilde indica il prolungamento di una qualsiasi vocale, nasalizzata o no. Distingue /e/ da ᱮᱻ /eː/. Viene dopo il găhlă ṭuḍăg per le vocali estese: ᱮᱹᱻ /ɛː/. Nella romanizzazione ALA-LC viene omesso.[7]
ahad Questa speciale lettera indica la deglottalizzazione di una consonante a fine parola. Preserva la relazione morfofonetica tra una (eiettiva) glottalizzata e una che non lo è.[9] Per esempio rappresenta /g/ quando apre la parola, ma diventa eiettiva /k’/ quando chiude la parola. Se /g/ chiude la parola, si scrive ᱜᱽ. L'ahad è usato con , , , e che, nella scrittura a mano (e di solito non su testo stampato), formano le legature corsive con .[8] La romanizzazioe ALA-LC traslittera il simbolo con un apostrofo (’) per rappresentare un ahad.[7]
phārkā Questo simbolo che assomiglia a un trattino, ha la funzione esattamente opposta dell'ahad e serve di conseguenza come protettore glottale. Mantiene saldo il suono eiettivo, si trovasse anche all'apertura di una parola. Distingue ᱜᱚ /gɔ/ da ᱜᱼᱚ /k’ɔ/. Il phārkā è usato solamente su , , e . Assieme al relā, anche questo simbolo viene omesso dalla romanizzazione ALA-LC.[7]

Punteggiatura

Sebbene in 4 casi la lingua utilizzi la punteggiatura in stile occidentale come il punto interrogativo (?), quello esclamativo (!), la virgola (,) e le virgolette ("virgolette"), sostituisce il punto per la chiusura delle frasi (.) con due simboli:

  • (mucăd) pausa breve
  • ᱿ (doppio mucăd) pausa lunga

La sostituzione è dovuta al fatto che il punto che noi utilizziamo per chiudere le frasi, è facilmente confondibile con il găhlă ṭuḍăg che, come detto prima, ha una funzione completamente differente.

Numeri

L'Ol Chiki ha anche i suoi numeri appositi.

Indo-Arabo Ol Chiki Santali Romanizzato
0 ᱥᱩᱱᱭᱚ sunyo
1 ᱢᱤᱫ mit'
2 ᱵᱟᱨ bar
3 ᱯᱮ
4 ᱯᱩᱱ pon
5 ᱢᱚᱬᱮ mɔ̃ɽɛ̃
6 ᱛᱩᱨᱩᱭ turui
7 ᱮᱭᱟᱭ ɛyae
8 ᱤᱨᱟᱹᱞ irəl
9 ᱟᱨᱮ arɛ
10 ᱑᱐ ᱜᱮᱞ gɛl

Si aggiunge il dopo il numero per i multipli di 10, per esempio ᱗᱐ (eyay gel) sarà 70. Mentre si ripete il numero per i multipli di 11, per esempio ᱙᱙ (arel gel arel) sarà 99.[10]

Note

  1. ^ (EN) Phatik Chandra Hembram, Santhali, a Natural Language, U. Hembram, 2002. URL consultato il 28 agosto 2024.
  2. ^ Bharatavani, su bharatavani.in. URL consultato il 28 agosto 2024.
  3. ^ (EN) A. P. Subhakanta Samal, PERSONALITIES OF ODISHA, Shubhdristi Publication, 14 gennaio 2022, ISBN 978-93-5593-204-4. URL consultato il 28 agosto 2024.
  4. ^ Global Gov News, Ol Chiki Lower Case Letters Invented by Sudip Iglesias Murmu, su PRLog. URL consultato il 28 agosto 2024.
  5. ^ a b Norman Zide, The World's Writing Systems, a cura di Peter T. Daniels e William Bright, Oxford University Press, Inc, 1996, pp. 614-615, ISBN 978-0195079937.
  6. ^ Ol Chiki Script, in A portal for Santals, 2002. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2018).
  7. ^ a b c d e f Santali (in Ol script) (PDF), in ALA-LC Romanization Tables, Library of Congress. URL consultato il 12 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2018).
  8. ^ a b c d Michael Everson, L2/05-243R: Final proposal to encode the Ol Chiki script in the UCS (PDF), su unicode.org, 5 settembre 2005. URL consultato il 19 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2015).
  9. ^ a b c The Unicode Standard, Chapter 13.10: Ol Chiki (PDF), su unicode.org, Unicode Consortium, marzo 2020. URL consultato il 21 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2020).
  10. ^ Prasanta Hembram, Count in Santali (ᱥᱟᱱᱛᱟᱲᱤ ᱞᱮᱠᱷᱟ), su Santhali Mingle. URL consultato il 28 agosto 2024.
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