Gli amori di Paride ed Elena

Gli amori di Paride ed Elena
AutoreJacques-Louis David
Data1788
Tecnicaolio su tela
Dimensioni147×180 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Gli amori di Paride ed Elena[1][2] (Les Amours de Pâris et d’Hélène), anche noto semplicemente come Paride ed Elena[3][4] o Elena e Paride,[5] è un quadro dipinto da Jacques-Louis David nel 1788. L'opera fa parte della collezione del museo del Louvre di Parigi.[6]

Storia e descrizione

L'opera nacque da una commissione al pittore da parte del conte d'Artois, poi divenuto re di Francia con il nome di Carlo X.[7] Nella carriera di David l'opera è successiva a La morte di Socrate e precede I littori riportano a Bruto i corpi dei suoi figli. D'ispirazione mitologica, l'opera ritrae due delle figure più importanti dell'Iliade, Elena di Troia e Paride: Paride è seduto al centro ed è quasi completamente nudo tranne per la clamide e il berretto frigio,[7] mentre Elena si trova accanto a lui e si appoggia sulla sua spalla. Gli abiti dei personaggi e l'ambientazione sono più fedeli all'arte greca classica rispetto a quelli delle composizioni precedenti dell'artista a tema mitologico.[7] L'opera davidiana appartiene al genere della pittura galante, e venne interpretata come una satira dei costumi del conte d'Artois.[5]

«Le pose sono in vero felici, ma il disegno che dovrebbe rendere evidenti le idee da quelle indicate è incerto, la pieghevolezza o il gioco delle parti non è libero ed esprime poco il sentimento che dovrebbe dominare in questo decantato progetto. David non era contento di quest'opera ed aveva ragione; non era che il timido saggio d'un pittore amico dell'antichità e del buon gusto. È senza dubbio una critica evidente del brutto stile e pretendente delle scuole del suo tempo, ma questa critica è poco autorevole.»

(Biografia universale antica e moderna, 1839, p. 226)

Fonti d'ispirazioni

Il gruppo delle cariatidi della sala di Jean Goujon (al museo del Louvre), ripreso nel quadro di David.

Le cariatidi che si trovano nello sfondo della scena sono copiate dalla tribuna delle cariatidi di Jean Goujon (al museo del Louvre) e sono della mano di Jean-Baptiste Isabey.[5][8]

Note

  1. ^ Gaetano Angerio Guglielmo Filangieri (principe di Satriano), Indice degli artefici delle arti maggiori e minori: Dalla lettera A alla lettera G, Tipografia dell'Accademia reale delle scienze, 1891, p. 160. URL consultato il 3 agosto 2024.
  2. ^ Gian Lorenzo Mellini e Antonio Canova, Canova: saggi di filologia e di ermeneutica, Skira, 1999, p. 183, ISBN 978-88-8118-601-3. URL consultato il 3 agosto 2024.
  3. ^ Atti della Pontificia Accademia romana di archeologia: Rendiconti, Tip. poliglotta vaticana, 1984, p. 309. URL consultato il 3 agosto 2024.
  4. ^ Elisa Debenedetti, La pittura del Settecento a Roma, Bagatto, 1991, p. 62. URL consultato il 3 agosto 2024.
  5. ^ a b c Biografia universale antica e moderna. Supplimento, ossia continuazione della storia per alfabeto della vita pubblica e privata di tutte le persone ... opera affatto nuova compilata in Francia da una societa di dotti .., presso Gian Battista Missiaglia, 1839, p. 226. URL consultato il 3 agosto 2024.
  6. ^ (FR) Jacques-Louis David e France, Les amours de Pâris et d'Hélène, 1788. URL consultato il 3 agosto 2024.
  7. ^ a b c (FR) Etienne Jean Delécluze, Louis David : son école et son temps: souvenirs, Didier, 1855, p. 122. URL consultato il 3 agosto 2024.
  8. ^ (FR) Auguste Lacaussade, Revue européenne : lettres, sciences, arts, voyages, politique, 1859, p. 356.

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