Carcharhinus amblyrhynchoides
Carcharhinus amblyrhynchoides | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Chondrichthyes |
Sottoclasse | Elasmobranchii |
Ordine | Carcharhiniformes |
Famiglia | Carcharhinidae |
Genere | Carcharhinus |
Specie | C. amblyrhynchoides |
Nomenclatura binomiale | |
Carcharhinus amblyrhynchoides Whitley, 1934 | |
Sinonimi | |
Carcharhinus amblyrhinchoides, Gillisqualus amblyrhynchoides | |
Areale | |
Carcharhinus amblyrhynchoides (Whitley, 1860) è una specie del genere Carcharhinus e della famiglia Carcharhinidae.
Distribuzione e habitat
La specie è stata rinvenuta nell'Oceano Indiano e nel Pacifico Occidentale, in particolare nelle acque del Golfo di Aden, presso l'India sudoccidentale, lo Sri Lanka, nel Golfo della Thailandia, presso le Filippine, il Vietnam, l'Indonesia, la Nuova Papua Guinea e l'Australia. Vive in acque tra la superficie ed i 50 metri di profondità.
Descrizione
I maschi adulti non superano i 161 cm di lunghezza, le femmine i 167[1]. Alla prima maturità questi squali sono lunghi all'incirca 115 cm. Grigio o marrone sul dorso, biancastro o crema sul ventre, questo squalo presenta due strisce bianche sui fianchi. Le pinne pettorale, dorsale, pelviche, nonché il lobo ventrale della caudale, sono più scure sulla punta, anche se a volte in modo poco appariscente[2].
Comportamento
La specie è poco nota, ma si sa che vive in zone costiere[2]. Si nutre principalmente di pesci, ma anche di crostacei e cefalopodi[3].
Riproduzione
La specie è vivipara[4].
Interazioni con l'uomo
Spesso viene catturato nelle reti dei pescatori[2]. Viene utilizzato per il consumo umano sia fresco che sotto sale. Le pinne inoltre concorrono al mercato orientale di pinne di squalo. L'olio del fegato è sfruttato per estrarne vitamine[2].
Note
- ^ Compagno, L.J.V. 1984 FAO species catalogue. Vol. 4. Sharks of the world. An annotated and illustrated catalogue of shark species known to date. Part 2 - Carcharhiniformes. FAO Fish. Synop. 125(4/2):251-655.
- ^ a b c d Compagno, L.J.V. and V.H. Niem 1998 Carcharhinidae. Requiem sharks. p. 1312-1360. In: K.E. Carpenter and V.H. Niem (eds.) FAO Identification Guide for Fishery Purposes. The Living Marine Resources of the Western Central Pacific. FAO, Rome.
- ^ Last, P.R. and J.D. Stevens 1994 Sharks and rays of Australia. CSIRO, Australia. 513 p.
- ^ Dulvy, N.K. and J.D. Reynolds 1997 Evolutionary transitions among egg-laying, live-bearing and maternal inputs in sharks and rays. Proc. R. Soc. Lond., Ser. B: Biol. Sci. 264:1309-1315.
Bibliografia
- (EN) Carcharhinus amblyrhynchoides, su FishBase. URL consultato il 01/05/2010.
- (EN) Simpfendorfer, C., Bin Ali, A., Bineesh, K.K., Derrick, D., Dharmadi, Fahmi, Fernando, D., Haque, A.B., Krajangdara, T., Maung, A., Seyha, L., Tanay, D., Utzurrum, J.A.T., Vo, V.Q. & Yuneni, R.R., Carcharhinus amblyrhynchoides, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
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