Aquilio

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Aquilio (in latino Aquilius; Roma, II secolo a.C.I secolo a.C.) è stato un commediografo romano.

Biografia

Di Aquilio[1] non abbiamo termini biografici e cronologici. Fu sicuramente posteriore a Plauto ed anteriore a Varrone, che lo cita. Inoltre, che fosse imitatore plautino lo attesta anche Aulo Gellio[2].

Boeotia

Fu forse autore della commedia Boeotia, attribuita da altri a Plauto[3] e di cui parla Varrone nel De lingua Latina[4].
L'unico frammento di lui pervenuto è citato da Gellio:

«Che i numi possano stramaledire
colui che ha inventato l'orologio
e quei che prima in piazza mise questa
dannata meridiana, che m'ha franto
tutta la mia giornataǃ Perché prima,
quand'ero ragazzino, l'orologio
era la pancia mia, ehǃ, la migliore
e la più esatta tra tutte codesteː
quando dava il segnale, si mangiava,
se mai ce n'era...e invece adesso, niente,
non puoi mangiare, se non garba al sole
e l'urbe ora trabocca di gnomoni
e tutti arrancano, morti di fameǃ»

(Aquilio, fr. 1 R. - trad. A. D'Andria)

Proprio Gellio, inoltre, afferma che già da una lettura di questo canticum di un parassita si evidenzia come la Boeotia non fosse di Aquilio, ma di Plauto stesso, visto che i termini risultano plautinissimi.

Note

  1. ^ Anche il nome è incerto, tanto che alcuni sarebbe da leggere come Atilioː cfr. G. Bernardi-Perini, n. 3 a Aulo Gellio, Le Notti Attiche, Torino, UTET, 2007, vol. 1, p. 347.
  2. ^ III 3, 4-5.
  3. ^ W.Beare, 2002
  4. ^ VIII, 89.

Collegamenti esterni

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