Alberto Teardo

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Alberto Teardo

Presidente della Regione Liguria
Durata mandato28 settembre 1981 –
25 maggio 1983
PredecessoreGiovanni Persico
SuccessoreRinaldo Magnani

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano
Professionesindacalista, funzionario di partito

Alberto Teardo (Venezia, 26 maggio 1937) è un politico italiano.

Biografia

Cresciuto a Venezia, si trasferisce a Savona come sindacalista di area socialista della Federazione Impiegati Operai Metallurgici. Nominato presidente dell'Ente Case Popolari, diventa consigliere regionale e poi assessore ai lavori pubblici nella Giunta regionale della Liguria; quindi diventa presidente della Regione, ricoprendo l'incarico dal 28 settembre 1981 al 25 maggio 1983.

Il 14 giugno 1983, poche settimane prima delle elezioni politiche nelle quali si era candidato, viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, nell'ambito di un'inchiesta per corruzione e concussione con altri esponenti del PSI ligure:[1] tra i capi d'accusa ci sono i suoi legami con Peppino Marcianò, boss della 'ndrangheta in Liguria e grande elettore di Teardo.[2] Viene rilasciato, dopo avere scontato più di due anni di carcere,[3][4][5] per la caduta dell'accusa di mafia. Nel 1985 la Corte d'appello di Genova lo condanna a 12 anni e 9 mesi per i reati di associazione a delinquere, concussione, concussione continuata, peculato ed estorsione.[6]

Il suo nome compare nella lista degli appartenenti alla P2[7] con la tessera nº 341.

Note

  1. ^ Simone Colafranceschi, La nostra storia. 1946-2011: Cronologia dell'Italia unita - 1946 - 2011, Bompiani, 2011. URL consultato il 30 gennaio 2018.
  2. ^ Piero Valentino, Così mafia e 'ndrangheta compravano voti per Teardo, in la Repubblica, 31 agosto 1984. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  3. ^ Gianni Baget Bozzo, E Teardo torna libero..., in la Repubblica, 10 agosto 1985.
  4. ^ Wanda Valli, Alberto Teardo trent'anni dopo: "Amavo il potere, non il denaro", su genova.repubblica.it, 21 giugno 2013.
  5. ^ Burno Lugaro, Teardo, l'irriducibile: io, innocente, su ilsecoloxix.it, 12 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2018).
  6. ^ Guido Passalacqua, Teardo e il suo clan sono colpevoli, in la Repubblica, 9 agosto 1985. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  7. ^ Avanti Savona! (PDF), in L'Espresso, 28 giugno 1983.

Bibliografia

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