16 Monocerotis
16 Monocerotis | |
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Classificazione | bianco-azzurra nella sequenza principale |
Classe spettrale | B2.5V C ~ |
Distanza dal Sole | 1117 anni luce |
Costellazione | Unicorno |
Redshift | 10,30 ± 2,00 |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 06h 46m 32,4158s |
Declinazione | +08° 35′ 13,750″ |
Lat. galattica | +02,8247° |
Long. galattica | 204,7281° |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 5,92 |
Magnitudine ass. | -1,75 |
Parallasse | 2,92 ± 0,81 mas |
Moto proprio | AR: -4,99 ± 0,72 mas/anno Dec: -6,76 ± 0,52 mas/anno |
Velocità radiale | 10,3 ± 2 km/s |
Nomenclature alternative | |
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16 Monocerotis è una stella bianco-azzurra nella sequenza principale di magnitudine 5,92 situata nella costellazione dell'Unicorno. Dista 1117 anni luce dal sistema solare.
Osservazione
Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste boreale, ma molto in prossimità dell'equatore celeste; ciò comporta che possa essere osservata da tutte le regioni abitate della Terra senza alcuna difficoltà e che sia invisibile soltanto nelle aree più interne del continente antartico. Nell'emisfero nord invece appare circumpolare solo molto oltre il circolo polare artico. La sua magnitudine pari a 5,9 la pone al limite della visibilità ad occhio nudo, pertanto per essere osservata senza l'ausilio di strumenti occorre un cielo limpido e possibilmente senza Luna.
Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra dicembre e maggio; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.
Caratteristiche fisiche
La stella è una bianco-azzurra nella sequenza principale ed è in realtà una binaria spettroscopica con periodo orbitale di 16,88 giorni[1]; possiede una magnitudine assoluta di -1,75 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.
Note
- ^ Basic data (System:3034)
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Dati della stella dall'archivio Simbad, su simbad.u-strasbg.fr.